Teodosio, originario della Spagna, ove nacque nel 347, era figlio di un generale dell'imperatore Valentiniano I. Partecipò alle spedizioni del padre in Britannia e contro gli alamanni, e nel 374, come governatore della Mesia, sconfisse i sarmati. L'imperatore Graziano lo scelse nel 379 come augusto, assegnandogli il comando in Oriente. Teodosio riorganizzò l'esercito e liberò alcune regioni balcaniche dai barbari. Nel 382, non potendo respingere i goti, dette loro autonomia all'interno dei confini dell'impero in cambio di appoggio militare.
Convinto che l'imperatore dovesse avere la supervisione sulla vita della Chiesa e garantire l'unità religiosa in funzione della coesione dell'impero, Teodosio nel 380 con l'editto di Tessalonica proclamò il cristianesimo secondo il Credo niceno quale religione di Stato e convocò l'anno seguente il Concilio di Costantinopoli per ribadire la condanna dell'eresia ariana. Costretto in un primo tempo a riconoscere l'usurpatore Magno Massimo, nel 388 lo sconfisse, restituendo formalmente l'Occidente a Valentiniano II, successore dell'imperatore Graziano.
Tornato in Oriente, Teodosio emanò nel 392 un editto con cui proibiva i sacrifici cruenti e il culto delle divinità pagane. L'Occidente allora si ribellò, riconoscendo Flavio Eugenio successore del defunto Valentiniano II, che Teodosio poi sconfisse nel 394. Affidò quindi l'Occidente al figlio Onorio, cui affiancò come tutore il suo fidato generale vandalo Stilicone, mentre l'Oriente passò alla sua morte all'altro figlio Arcadio, cui aveva conferito già nel 383 il titolo di augusto. Morì presso Milano nel 395.




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