Il terzo Concilio di Costantinopoli fu un Concilio ecumenico indetto il 7 novembre 680 e chiuso il 16 settembre 681 . Fu convocato e presieduto dall'imperatore Costantino IV .

La questione dogmatica imperante nel VII secolo riguardava la figura di Cristo e le sue volontà . Stava avanzando la teoria non ortodossa del monotelismo e del monoenergismo : furono, in effetti, tentativi per riproporre il monofisismo , condannato al Concilio di Calcedonia ( 451 ).

Già papa Onorio I ( 625 - 638 ) era stato avvisato della nuova formula monotelita , proposta come conciliante; il papa, perciò, credette di non scorgere in essa alcunché di sbagliato. Ma non tardarono le reazioni contrarie da parte dei monaci Sofronio (poi patriarca di Gerusalemme ) e san Massimo il Confessore .

Papa Martino I ( 649 - 655 ), in un concilio svoltosi in Laterano , condannò il monotelismo, facendo nascere così divergenze tra la linea propositiva dell'Imperatore, sorretto dal patriarcato di Costantinopoli , e la linea romana.

Nel terzo Concilio di Costantinopoli si arrivò ad una conciliazione: Costantino IV , d'accordo con papa Agatone ( 678 - 681 ), condannò ufficialmente il monotelismo, in linea con quanto il Concilio di Calcedonia aveva definito nel 451. Il Concilio condannò Papa Onorio I e il patriarca di Costantinopoli Sergio I in quanto, pur non avendolo promosso, non ebbero condannato il monotelismo.

I padri conciliari affermarono, tra l'altro:
« Predichiamo che in lui [Cristo] vi sono due volontà naturali e due operazioni naturali, indivisibilmente, immutabilmente, inseparabilmente e senza confusione, secondo l'insegnamento dei santi padri. I due voleri naturali non sono, come dicono gli empi eretici, in contrasto fra loro, tutt'altro. Ma il volere umano è subordinato, non si oppone né resiste, si sottopone, invece, al volere divino e onnipotente. »




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